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Tuesday, January 27, 2009

Islam e Cristianesimo: la differenza è tutta nel concetto di libertà

ILSUSSIDIARIO.NET: La gravità dei recenti fatti che hanno visto moltitudini di musulmani a tutti gli effetti occupare le piazze del Duomo a Milano e di San Petronio a Bologna per farvi la preghiera rituale pubblica rispettando la sacra qibla, ossia rivolti in “direzione” della prima città santa dell’islàm, La Mecca, è tutt’altro che trascurabile. Lo diventa soltanto per chi, in nome di un “corretto” relativismo etico-religioso e ingenuamente limitandosi alle manifestazioni di folclore rituale, ignori l’impianto teologico affatto diverso della religione di Maometto, che non è in primo luogo spirituale. L’islàm non è una religione dell’interiorità (nulla a che vedere con l’intimismo!) alla stregua del cristianesimo – come del resto non è ugualmente monoteistico. Infatti, sia che lo si intenda come fede vera e propria pur nelle varianti confessionali e rituali, sia che lo si prenda nella sua interpretazione socio-culturale e, quindi, laica e indifferente alla definizione positiva del rapporto personale con Dio, il cristianesimo, fondato anche sulla metafisica classica ellenica, è la religione che più parla di anima, di ragione, di cuore, dell’io. E di libertà. Tutte prerogative della natura umana personale, che addirittura diventano argomento giuridico a sostegno dell’idea di persona umana quale fonte stessa del diritto positivo. Una rivoluzione, e non soltanto per il pensiero e il “sistema” degli antichi. Insomma, Gesù Cristo, che ha promesso la risurrezione dei corpi, nell’attesa della parusia ha parlato e parla al cuore, alla intima verità di ogni singolo individuo personalmente per salvarne anzitutto l’anima affinché goda eternamente della visione e della familiarità di Dio. >>> Luca Montecchi | martedì 27 gennaio 2009

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